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L’Eclissi e i suoi effetti

09 Maggio 2013 • in: Astrologia

Da sempre incuriosita da questi fenomeni,ho notato negli ultimi tempi,come i miei sogni,le mie sensazioni,i miei stati d’umore siano particolarmenti “diversi” nei giorni prima e durante questi “movimenti” astrali.Così ho fatto delle ricerche,trovando indizzi e spunti di riflessione,che con gioia condivido con voi!Buona lettura!!

Fin dagli albori dei tempi, l’uomo si è dedicato alla costruzione di precisissimi orologi astronomici, come Stonhenge, atti a determinare l’esatto momento del verificarsi di un’eclissi. Ma come mai tutto questo interesse?
La Tradizione astrologica sembra essere alquanto sicura degli effetti nefasti di questa configurazione astronomica, ma si tende spesso a parlare di Astrologia mondiale, tanto che un’eclissi di Sole indica soprattutto la morte di un Capo di Stato o di un regime mentre quella di Luna ha prevalentemente effetto sulle masse .
Ciò non toglie, però, che le eclissi producano effetti, a volte drammatici, anche sulla vita del singolo.

Ma quando, esattamente, si verifica il fenomeno astronomico dell’eclissi?

Allorquando, in fase di Luna Nuova (eclissi di Sole) o di Luna Piena (eclissi di Luna) si ha un particolare allineamento del nostro satellite rispetto alla Terra. Nel primo caso, cioè nell’eclissi di Sole, la Luna, allineata tra Sole e Terra, sarà illuminata solo nella zona non visibile dal nostro Pianeta arrivando, pertanto a coprire parzialmente o totalmente il Sole. Nel secondo caso (eclissi di Luna) è la Terra che viene a frapporsi tra il Sole e la Luna, in modo da oscurare quest’ultima.

Gli effetti sull’uomo, sotto il profilo astrologico si possono così riassumere:
gli effetti dell’eclissi di Sole coinvolgono prevalentemente il padre e, in misura minore, i soggetti di sesso maschile in generale;

le eclissi di Luna, al contrario, hanno un effetto immediato sul ciclo mensile femminile, anticipandolo anche di 10 giorni mentre, al contrario, sembrerebbero ritardare notevolmente i parti. Inoltre, in misura analoga a quelle di Sole, le eclissi di Luna coinvolgono la figura materna.

Ambedue le tipologie di eclissi, comunque, hanno la prerogativa di causare parecchi errori, soprattutto a livello diagnostico e, pertanto, è consigliabile lasciar perdere questi periodi – considerare una decina di giorni come “range” di effetto – per affrontare check up medici.

Ogni eclissi di sole non è altro che un Novilunio, questo si vede benissimo nelle carte del cielo astrologiche.

La Terra è al centro, il Sole e la Luna si trovano uno sopra l’altro (ovvero la Luna passa davanti al sole e si situa tra questo e la Terra, oscurandolo). Ciò che distingue un’eclissi da un normale novilunio è legato piuttosto al “punto di vista”: l’eclissi è tale perché è visibile in una specifica area geografica in modo totale o parziale e perché in quel luogo l’inclinazione della Terra è, perfettamente o quasi, in asse con gli altri due astri… ovviamente se fosse visibile solo al Polo Nord o di notte, per noi non avrebbe significato e sarebbe il solito Novilunio mensile…
Idem per il Plenilunio: in questo caso, la Terra è sempre al centro (è il nostro punto di vista!) mentre il Sole è in totale opposizione alla Luna tanto da illuminarla interamente.
Se la Terra passa in mezzo a questa opposizione si ha l’eclissi di Luna: ovvero l’ombra della Terra oscura la Luna piena..
Se facciamo di questo ragionamento un presupposto, possiamo ricavare una serie di conseguenze:

Intanto, anche se dal punto di vista scientifico è il Sole ad essere al centro del nostro sistema, dal punto di vista psicologico (ed “energetico”) vince la prospettiva Tolemaica: la Terra rimane al centro, ma non perché lo sia in realtà ma perché è il nostro punto di osservazione. Ovvero noi non possiamo far altro che guardare la realtà partendo da noi stessi, da dove siamo posizionati, da dove sono i nostri occhi.

Qui sorge spontaneo un quesito: ma gli antichi, che tanto avevano già scoperto dell’universo, possibile che non se ne fossero accorti? Oppure per loro era scontato che fosse “solo” un punto di vista mettere la Terra al centro del sistema?
E, per ciò che riguarda le energie elaborate da un’eclissi, possiamo continuare a ragionare in modo empirico per assonanze:

Un’eclissi di Sole potrebbe emanare energie simili a quelle di un superpotente Novilunio, energie che però ci raggiungono diversamente a seconda dell’inclinazione: l’eclissi è parziale o totale? L’eclissi totale è ovviamente più forte, ma non perché sia forte in sé, ma perché ci troviamo in linea retta, in asse con Sole – Luna – Terra!!!

Come super Novilunio richiama al rinnovamento, alla purificazione, al ricambio energetico, al buttare fuori e magari eliminare il superfluo, etc…

Possiamo divertirci anche a vedere in quale segno zodiacale si genera l’eclissi: quella del 10 maggio 2013 è in Toro,custodire cio’ che e’ consolidato, sviluppare la gioia dei sensi..ecc..

Andando sempre più nel profondo ognuno può verificare quali pianeti ha in sinergia sul punto in cui si verifica l’eclissi, ma questa è già materia astrologica…

Idem il discorso energetico per l’eclissi di Luna, meno appariscente o importante, anche perché la Luna è molto più veloce del Sole a muoversi. In ogni caso è un Plenilunio a tutti gli effetti… e forse quelle lune rosse, basse, primaverili che compaiono dal nulla e lentamente si rimpiccioliscono ed imbiancano, sono delle eclissi lunari visibili da latitudini vicine alle nostre?
In ogni caso come “super Pleniluni”, lavoriamo sull’accoglienza, sulla progettazione, sull’accumulo delle energie, sul rafforzamento, sulla creatività etc… e divertiamoci a trovare connessioni astrologiche!

Ricordiamoci anche che la Luna ci mostra sempre e solo una faccia, l’altra parte, per un gioco di danze orbitali, rimane un mistero, rimane “il lato oscuro” (oscuro non perché non illuminato, ma perché non visibile)…
Ma ricordiamo anche che il lato visibile si manifesta a noi a scadenza settimanale mostrando una parte, l’altra, tutto o niente…
Quel tutto e quel niente sono i nostri Pleni e Noviluni… e da qui altri giochi di simboli e analogie: lavorare sul proprio “mistero” o sulla parte femminile che è visibile e manifesta.

E chissà, magari il Novilunio, e ancor di più l’eclissi di Sole, narra la storia del lato nascosto della Luna, quello che non vedremo mai, che finalmente viene guardato a pieno dal Sole, faccia a faccia, in un matrimonio di cui siamo tutti figli.

La Teoria delle Eclissi di Mario Costantino
La vita e le eclissi

L’influsso degli astri avviene mediante l’irraggiamento luminoso del Sole e della Luna che per la loro luce bianca (la luce bianca contiene in sé lo spettro dei colori fondamentali) e pura (non commista) favoriscono la vita di per sé e pertanto indicano la vita e tutto ciò che è indispensabile alla vita. Secondo questa concezione, l’azione degli astri avviene mediante il moto e la luce. Nella percezione ed esperienza umana del mondo fisico i movimenti degli astri non vengono mai meno mentre può verificarsi il venir meno della luce. Da questo ne consegue che l’assenza di luce provoca un’alterazione, un venir meno e, in principio, l’assenza di luce indica un venir meno di quanto indicato dai luminari. Perché avvenga questo è sufficiente il venir meno della luce anche solo per pochi istanti perché l’irraggiamento luminoso è un “continuum”. In sostanza, il fenomeno dell’eclisse costituisce un’interruzione dell’irraggiamento luminoso del Sole e della Luna e dei suoi significati e la sua importanza è anche dovuta al fatto che i luminari sono congiunti od opposti.

Quando sono uniti, secondo la nostra visuale, sono l’uno nell’altro e creano un’unione fortissima. Sono, invece, sulla medesima linea retta quando sono opposti. Nel momento dell’oscuramento di Sole e Luna uno dei pianeti prende il dominio in luogo dei luminari, come e nello stesso modo che possiamo vedere nei temi individuali riguardo la ricerca dell’afeta dove, se i luminari non possono significare la vita, un pianeta la può significare se corrisponde a certe prerogative. Anche riguardo le eclissi possiamo fare un ragionamento analogo in quanto nel nostro mondo c’è sempre vita e ci sono sempre eventi. Se l’interruzione dell’irraggiamento luminoso equivalesse ad un’interruzione dell’influsso vitale degli astri, ci troveremmo in una circostanza paradossale. Ma questo non accade poiché si realizza una “sostituzione” di chi genera un influsso sulla vita e sugli eventi. Per questo motivo, quando si affronta l’esame di una eclisse per prima cosa si ricerca il pianeta che ha dei diritti prevalenti nella figura dell’eclisse (al posto dei luminari) e ne prende il dominio.

Le sizigie eclittiche

La sizigia precedente (il novilunio o plenilunio precedente la nascita) è la matrice di ogni nascita che avviene in quel tempo che è racchiuso in una metà di ciclo sinodico della Luna, quindi, 15 giorni circa e quella metà mese. Il discorso che sta alla base di questo procedimento è che la sizigia è la matrice delle nascite, conferisce un carattere di base e fornisce informazioni su “dati e cause fondamentali e precedenti”.

Nell’osservazione dei fenomeni generali (astrologia cattolica) le sizigie successive insegnano sul tempo. In generale, tutte le sizigie insegnano sul tempo che sarà. Nella valutazione delle sizigie che aprono le stagioni, cioè, quelle che sono immediatamente precedenti l’ingresso del Sole all’equinozio o al solstizio, se la sizigia è un novilunio allora saranno più importanti tutti i noviluni che seguono, se è un plenilunio, saranno più importanti tutti i pleniluni che seguono. Il significato in sé della sizigia non determina la prevalenza di una sull’altra e non vi è una vera distinzione tra le due, la novilunica o la plenilunica, ma esse si distinguono perché il tempo le distingue, oppure sono distinte da un concetto religioso: come ad esempio gli ebrei che danno la preminenza al plenilunio fondando la pasqua sul plenilunio come prima sizigia dell’anno, ma anche i romani in cui la ricorrenza delle idi era un primo giorno di plenilunio e così via. Pertanto, non c’è una preminenza di una sull’altra perché indicano due caratteristiche del tempo in quanto il tempo è duplice.
Nell’ambito dell’astrologia genetliaca, ad esempio, si ritengono più felici quelle persone che nascono con una disposizione simile alla disposizione della sizigia dove il pianeta che dà il là alla nascita è il medesimo che domina la sizigia in quel tempo; inoltre, le nascite dei “grandi malati”, di chi nella vita è afflitto da infermità importanti o gravi patologie, sono precedute da sizigie corrispondenti. Il presupposto è che la sizigia rappresenta il tempo di prima e la matrice di tutti i tempi che nascono.
Le eclissi sono sempre delle sizigie e la sostanziale differenza tra la sizigia (novilunica o plenilunica) e l’eclisse (sizigia eclittica novilunica o plenilunica) è semplicemente la grandezza del fenomeno in sé.

Riferimenti a Babilonia e alla tradizione sulle eclissi

Nei calendari babilonesi i mesi lunari sono posti in relazione con le quattro direzioni dello spazio e sono posti in relazione a triangoli, il primo, il quinto, il nono, e così via – che poi corrisponderà all’elaborazione in trigoni che osserviamo nell’ambito dell’astrologia ellenistica -. In questo sistema calendariale lunare, ogni mese l’opposizione può cadere il 13° o il 14° o il 15°giorno, a seconda della velocità della Luna.
Nella dottrina delle eclissi in Babilonia, l’ampiezza delle eclissi lunari veniva misurata in “ubanu”, che poi sono le dita, e questa misura in “digiti” è rimasta in uso fino al 1600. Era consuetudine misurare in “digiti” l’ampiezza dell’eclisse di cui si determinava la direzione segnando i pianeti visibili e le stelle poste allo zenith. Con il termine “adanu” veniva anche indicato il tempo che trascorre fra il fenomeno e l’evento che vi corrisponde. Questo stesso termine veniva usato per indicare le fasi ed il decorso della malattia.

Il computo babilonese delle ore del giorno e della notte prevedeva la divisione di queste ore in “3 vigilie” per il giorno ed in “3 vigilie” per la notte, quindi, una tripartizione del giorno ed una tripartizione della notte. Ogni vigilia, poi, a sua volta veniva suddivisa in un doppio “beru”, che aveva un significato analogo all’ora temporale, in modo da creare 6 ore temporali sopra l’orizzonte (nel giorno) e 6 ore temporali sotto (nella notte).

Al presentarsi di un’eclisse si determinava se era di Sole o di Luna e in quale vigilia appariva, del giorno o della notte. Ogni vigilia aveva un suo significato, per cui, ad esempio, a seconda che l’eclisse accadeva il mattino, il mezzogiorno o la sera, le vigilie delle tre parti del giorno, il significato mutava. Le eclissi che accadevano il mattino avevano il significato di epidemie, quelle che avvenivano a mezzogiorno di una diminuzione o un danno economico, quelle che avvenivano la sera di malattia.

Fino dalle osservazioni babilonesi e nell’astrologia ellenistica, nella divisione del mondo in quattro parti si seguivano le direzioni dei venti e si osservava la direzione che il disco solare, o lunare, aveva al momento dell’eclisse e, quindi, quale parte del disco veniva occultata ed entrava nell’ombra per prima. In questa osservazione si procedeva con il dividere il disco del luminare in quattro parti. La parte del disco che “entrava” nell’ombra significava la regione in cui l’evento si sarebbe manifestato: se era a nordest o a nordovest o a sudest o a sudovest, contrassegnava differenti regioni geografiche e territori.

Questo procedimento veniva seguito in particolar modo rispetto al disco della Luna. Tale osservazione forma un capitolo dell’Almagesto (“la prosneosis”, l’inclinazione) e viene sempre trattata in tutti gli astronomi che compongono delle esposizioni teoriche o pratiche delle eclissi lunari fin verso il 1500-1600, poi decade e viene scemando, perché questo calcolo non ha altro scopo se non quello predittivo, infatti concerne anche i significati del vento che soffia durante l’eclisse, dei colori e altri aspetti. Ad esempio, in una eclisse lunare, era noto che più la Luna è vicina all’eclittica meno ha latitudine e più il colore tende ad essere “fosco”; più, invece, ha una certa larghezza e più il colore sarà verso il chiaro. Anche il diverso colore del fenomeno osservato, esprime una diversa qualità e sono diverse le considerazioni interpretative sulle conseguenze che avrà l’eclisse sul clima, sugli eventi sociali, sui popoli e così via, di determinati territori e regioni della terra.
Nella tradizione si dice che tutte le eclissi di Sole riguardano l’oriente, l’emisfero solare dove il Sole sorge prima; mentre, tutte le eclissi di Luna riguardano l’occidente, l’emisfero lunare.
Si ritiene che, di norma, tutte le eclissi di Sole riguardano i regnanti, mentre le eclissi di Luna il popolo.

Specificatamente, le eclissi di Sole riguardano i mutamenti di regni e quello che accade al regnante. Questi accadimenti ai regnanti, ovviamente, possono, nei loro effetti, a volte in modo feroce, coinvolgere direttamente il popolo. Mentre, le eclissi di Luna riguardano principalmente il popolo e quello che avviene nel popolo senza che vi siano mutamenti che riguardano i regnanti.

Queste semplice distinzione è schematica ma ne teniamo conto, in una certa misura, perché astronomicamente sappiamo che le eclissi di Sole sono comunque più cospicue e, nell’eclisse totale di Sole, il Sole si oscura per davvero; mentre, la Luna, anche nell’eclisse totale di Luna non si eclissa ed oscura mai completamente ma rimane un poco visibile.
I puristi in letteratura greca distinguono tra “oscuramento” e “occultamento” e non sembrano riferirsi alle eclissi di Luna, per il principio fondamentale che la scomparsa (l’occultamento) della luce indica eventi più cospicui che non l’adombrarsi (l’oscuramento) della luce.

Visibilità delle eclissi

Un’eclisse di Luna è visibile in tutte le regioni terrestri in cui la Luna è sopra l’orizzonte. In generale, durante un’eclisse la Luna diventa rosso cupo ma non scompare mai completamente alla vista. Per questo motivo l’eclisse di Luna colpisce ed impressiona maggiormente. Al contrario, il Sole, nella centralità dell’eclisse di Sole, scompare totalmente alla vista.

Per l’eclisse di Sole il discorso si fa più complesso, in quanto bisogna considerare e misurare gli angoli parallattici[3]. La linea di centralità di un’eclisse solare, grosso modo, ha una fascia di larghezza di 300 Km. La prima necessità è quella di conoscere precisamente questa fase di centralità in quanto è lì e non altrove che si compiono gli effetti dell’eclisse di Sole, effetti ritenuti importanti perché è la fase in cui il Sole scompare (si occulta) completamente.

Se facciamo l’esempio di un’eclissi di Sole totale, entro la fascia di 300 km il fenomeno è di eclissi totale, al di fuori di questa fascia non è più totale. Però, al di fuori di questa fascia, ci sono dei limiti: un limite nord e un limite sud in cui l’eclissi è visibile parzialmente e produce parte dei suoi effetti.

Questi limiti sono molto più ampi della fascia di 300 chilometri, potendo raggiungere l’ampiezza di un migliaio di chilometri e anche di più. Al di fuori di questi limiti l’eclisse non è assolutamente visibile e la luce del Sole non viene assolutamente tolta, neanche di una piccola frazione del disco solare e il fenomeno non produce i suoi effetti.

L’eclisse di Sole è un fenomeno molto più difficile da vedere e da calcolare, rispetto ad un’eclisse di Luna, in cui, dicevamo, viene coperta dall’ombra una fascia larga 300 km che viaggia ad una velocità sostenutissima. All’equatore, l’ombra di un’eclisse di Sole viaggia a 1700 km orari. Più si allontana dall’equatore più è rapida, fino a poter raggiungere la velocità di 3000 km all’ora.

Fasi, durata dell’eclissi e manifestazione degli effetti

Per gli astronomi di oggi nel determinare il tempo di inizio e fine della fase totale, viene distinta l’entrata nella penombra, l’entrata nell’ombra, l’uscita dall’ombra e l’uscita dalla penombra.

Lo spazio di tempo che riguarda solo l’ingresso nell’ombra e l’uscita dall’ombra definisce il tempo dell’eclisse senza tener conto delle fasi intermedie. Per quanto interessa in questo argomento, i due limiti veramente importanti sono l’ingresso e l’uscita dall’ombra. Nel passato, e questo conferma la maggiore importanza che veniva data al momento dell’ingresso nell’ombra e, poi, all’uscita dall’ombra, tenendo conto dell’inclinazione della Luna, si divideva in quattro parti il disco lunare e si osservava sempre quale parte entrava per prima nell’ombra.

Nell’eclisse di Sole e di Luna si misurano tre momenti fondamentali:

Inizio
Centralità
Fine

A questo proposito Tolomeo dice che gli effetti dell’eclisse di Luna durano tanti mesi quanto è la loro durata, mentre, delle eclissi di Sole, tanti anni quanto è la loro durata.
Cioè, tanti mesi quante sono le ore di durata, tanti anni quante sono le ore di durata. Pertanto, per la Luna e le eclissi lunari gli effetti non possono andare oltre i 4 mesi, perché il tempo massimo della loro durata sono circa 4 ore. Per il Sole e le eclissi solari sono all’incirca 2 anni e mezzo perché il tempo massimo della loro durata è di circa 2 ore e mezzo.
Però, poi Tolomeo dice “e a seconda dell’elongazione dell’eclisse dall’orizzonte orientale noi ci aspetteremo una corrispondente dilazione dell’evento”.
Tolomeo in questo punto fa l’esempio unicamente per la Luna, dicendo che: se l’eclissi lunare avviene all’oriente, i suoi effetti giungeranno subito; se avviene all’occidente, verranno differiti di circa quasi un anno; se avviene al meridiano, all’incirca dopo sei mesi. Riassumendo quanto detto, gli effetti di un’eclisse di Luna si manifestano, secondo Tolomeo:

Ad Oriente: subito; al Meridiano: dopo sei mesi; all’Occidente: dopo dodici mesi.

Un esempio lo si ritrova in Placido Titi che, nel descrivere la vicenda che ha riguardato Masaniello si riferisce ad un’eclisse di Luna avvenuta all’occidente all’incirca dodici mesi prima degli avvenimenti esposti.
Su questo discorso non c’è un commento che possa essere diverso, perché le parole di Tolomeo sono chiare, e Tolomeo dice queste cose unicamente per la Luna.

Alì Ibn Ridwan, il commentatore arabo, suggerisce di costruire tre figure per l’eclisse, la figura per l’inizio dell’eclisse, per la centralità e per la fine. Lo stesso Alì Ibn Ridwan dice, però, qualcosa di diverso e di più importante “sulla durata degli effetti delle eclissi”. A questo riguardo ci si deve anche porre il problema di come considerare i tempi in cui l’evento deve verificarsi, se per ore temporali o in altro modo.

Se il meridiano divide l’emisfero sopra la terra, da oriente al mezzogiorno fino all’occidente, in due porzioni di 6 ore l’una, allora, le intersezioni intermedie sono ognuna di 3 ore. In sostanza, Tolomeo prende in considerazione l’emisfero sopra la terra, a rappresentare un anno intero, lo divide in tre sezioni affinché ogni sezione rappresenti un quadrimestre, nel modo seguente:

Il criterio d’indagine prevede che ogni sezione del grafico contrassegni uno dei quadrimestri e il tempo particolare in cui l’effetto deve giungere viene specificato da Tolomeo che dice: “sono poi le sizigie che si presenteranno nel corso del tempo che dimostreranno l’intensità o il rilascio degli effetti, quando, nelle medesime figure fra chi causa e chi è sofferente, vengono riproposte”.

Il senso è che, se noi abbiamo un’eclisse di Sole dove c’è un pianeta che testimonia e questo pianeta, in una futura sizigia, si presenterà in levata eliaca o si presenterà al culmine, o comunque, ad avere una posizione di grande testimonianza, allora, porta a manifestazione l’evento. Questo è quanto intende Tolomeo, quindi, dal luogo dell’eclisse noi abbiamo una possibilità di distinguere il tempo, la porzione di tempo in cui l’evento deve avvenire, ma non il momento esatto dall’elongazione oraria ma, grosso modo, poter distinguere se avviene piuttosto nel primo, nel secondo o nel terzo quadrimestre.

In relazione all’intensità ed al rilascio dell’eclisse, noi consideriamo quanto seguito dalla maggioranza degli autori che considera tutto l’arco diurno uguale ad un anno, sia per le eclissi lunari che per le eclissi solari. Quindi, sia in un’eclisse di Sole, sia, in un’eclisse di Luna, al tramonto, l’evento avverrà all’incirca un anno dopo l’eclissi.

Quando e per quanto tempo l’eclisse produce i suoi effetti
Indichiamo le cose che ci si deve aspettare dall’eclisse per quanto riguarda il “quando” se ne manifestano gli effetti e per quanto tempo:

1) in primo luogo producono effetti le eclissi “visibili”, “non significano” le eclissi che si producono in un luogo ove non si possono vedere. Ovvero, l’eclisse di Sole “significa” là dove il Sole si oscura e l’eclisse di Luna “significa” là dove la Luna si adombra. Poi, però, non “significa” ovunque si veda, ma soltanto in alcuni luoghi ove si vede il fenomeno.
Pertanto, per sapere dove l’evento accadrà bisogna restringere l’esame ai luoghi in cui l’eclisse appare per davvero. In questi luoghi vi sono luoghi in cui l’evento accadrà.

Più in generale, l’eclisse significa qualche cosa ovunque, perché, ovunque vi è comunque il significato dell’asse nodale in prossimità del Sole e della Luna e, comunque, in ogni luogo della Terra vi è una sizigia dove i nodi sono prossimi ai luminari. La tradizione dice che il nodo sud (discendente) della Luna è freddo e secco, mentre il nodo nord (ascendente) della Luna è caldo e secco. In particolare, il nodo discendente sarebbe corruttivo, mentre, il nodo ascendente tenderebbe ad aumentare quello che viene significato.

Di norma, tutte le sizigie eclittiche che avvengono vicino all’asse dei nodi sono delle sizigie che portano un possibile danno, comunque, intendendovi una possibile esasperazione o esacerbazione di un significato che poi è il significato loro, di quel tempo.

2) in secondo luogo ci si può aspettare l’evento secondo la triplicità in cui il fenomeno avviene (in cui l’eclisse avviene), perché, se il fenomeno avviene nella triplicità di fuoco ed è visibile nel quadrante nordoccidentale dell’Europa, il fenomeno avverrà in questo quadrante dell’Europa. E, soprattutto, se è in Ariete piuttosto nelle regioni che sono familiari all’Ariete; se è il Leone piuttosto nelle regioni che sono familiari al Leone e così via

Questo fondamentalmente è il criterio: in alcuni esempi del Placido, ad esempio, sono osservate una serie di eclissi avvenute nel segno del Leone, visibili in Italia e che hanno prodotto vari eventi avvenuti in Italia, nel rispetto dei criteri fondamentali della teoria delle eclissi.

3) in terzo luogo e riguardo al tempo, si deve osservare il tempo dell’oscuramento, calcolato in ore equinoziali (e non in ore temporali), quindi, è come dire in “ora d’orologio”.
Di norma, il tempo di oscuramento indicato in ore equinoziali indica la durata dell’evento, per cui, se l’oscuramento è di 2 ore e mezzo, allora significherà:

– per le eclissi di Sole: se l’oscuramento, la scomparsa totale del Sole, è di 2 ore e mezzo, allora, significa una durata di 2 anni e mezzo, perché tante sono le ore tanti sono gli anni di durata degli effetti;

– per le eclissi di Luna: 2 mesi e mezzo, perché tante sono le ore tanti sono i mesi di durata degli effetti.

Si vuole con questo significare che:

– in presenza di eclissi di Sole, se il fenomeno riguarda una perdita di raccolti, una carestia, e così via, la durata dell’evento in sé e nelle ripercussioni più manifeste dura tanti anni quante sono le ore di oscuramento del Sole;

– in presenza di un’eclisse di Luna la durata dell’evento in sé dura tanti mesi quante sono le ore di oscuramento.

4) in quarto luogo per sapere “quando avverrà” l’evento significato, perché gli effetti dell’eclisse si producono dopo un certo tempo dall’eclisse, occorre osservare se l’eclisse avviene presso il sorgere, presso il culminare o presso il tramonto.

Tolomeo dà a tutto l’arco che sta tra il sorgere ed il tramonto l’ampiezza di un anno, quindi, gli eventi si produrranno presto se l’eclisse è al sorgere e tardi se è al tramonto. Per cui, se l’eclisse avviene al tramonto, l’evento dovrebbe prodursi circa un anno dopo l’eclissi e dovrebbe prodursi anche per breve tempo. E’ il caso in cui, ad esempio, se l’osservazione concerne un’eclisse che, nella sua fase di centralità e nel luogo in cui la osserviamo, la Luna entra nell’ombra e subito tramonta nella figura, questo indica che i tempi della durata e degli effetti indicati non possono svilupparsi interamente ed esprimersi pienamente.

In via generale:

– le eclissi di Luna possono esserci solo al plenilunio, quando Sole e Luna sono opposti;

– le eclissi di Sole possono esserci solo al novilunio, quando Sole e Luna sono uniti;

– ogni anno si producono almeno 2 eclissi di Sole e mai più di 5, quindi, il loro numero va da 2 a 5;

– nel corso di un anno non ci sono più di 3 eclissi di Luna;

– complessivamente, in un anno, il numero massimo, tra eclissi solari e lunari, è di 7 eclissi;

– le eclissi tendono a coppia, nella sequenza Sole-Luna o, piuttosto, a triade: Sole-Luna-Sole; questo comporta che ad un’eclisse di Sole non segue mai un’altra eclissi di Sole, ma vi è sempre un’alternanza;

– un’eclisse di Luna è sempre preceduta da un’eclisse di Sole, ovviamente nell’arco di 14-15 giorni;

– i modelli delle eclissi tendono a riprodursi all’incirca ogni 18 e una frazione di anno.

Perché si tratti di eclissi, totali o parziali che siano, devono esserci determinate condizioni astronomiche:

– l’eclisse totale di Luna si verifica quando la distanza dal nodo è minore di 12°15; se la distanza dal nodo è minore di 9°30 vi è senz’altro un’eclisse di Luna; nell’eclisse di Luna la latitudine della Luna è 0° o comunque molto bassa;

– l’eclisse di Sole si produce senz’altro se la distanza dal nodo è inferiore a 15°30; nell’eclisse di Sole la latitudine della Luna è 0°, uguale alla latitudine del Sole, che definisce l’orbita eclittica e ha sempre latitudine 0°.

Considerazioni
Da quanto fin qui detto, vediamo che le eclissi producono effetti se non là dove appaiono ed in alcuni dei luoghi in cui appaiono. Ci si deve aspettare che l’evento si manifesti nelle regioni della triplicità e dei dodecatemori in cui avviene il fenomeno (l’eclisse). La durata degli effetti dell’eclisse è dipendente dal tempo di oscuramento nella centralità dell’eclisse, secondo il criterio di tante ore equinoziali e tanti mesi, per le eclissi lunari, e tanti anni, per le eclissi solari. Pertanto, l’eclisse che significa il tempo maggiore è l’eclisse di Sole in cui tante ore di oscuramento sono tanti anni. In relazione all’intensità ed al rilascio dell’eclisse, per quanto concerne la durata degli effetti, si deve considerare tutto l’arco diurno uguale ad un anno, sia per le eclissi lunari che per le eclissi solari. Quindi, sia in un’eclisse di Sole, sia, in un’eclisse di Luna, al tramonto, l’evento si manifesta e comincia a produrre i suoi effetti all’incirca un anno dopo l’eclissi. Analogamente, in occasione di un’eclisse di Sole, quando il fenomeno si verifica al tramonto, la dilazione massima che c’è da aspettarsi può essere di circa 3 anni.

Quando il caos si fermerà ci renderemo conto di quanto poco abbiamo bisogno, di quanto in realtà abbiamo e del vero valore della connessione umana.

Michela Marini

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