Percepire nell’orecchio Vibrazioni, fischi e ronzii
Acufene, Cimatica e molto altro…
Le credenze popolari spesso sono incentrate su situazioni che apparentemente sembrano di poco rilievo, ma che in realtà nascondono significati e valenze particolarmente rilevanti. Una credenza siciliana vuole che quando una persona sente un fischio in un orecchio, qualcuno sta parlando di lei. In pratica una reazione fisica del corpo viene caricata di un significato distintivo e viene interpretata come un segno che è in grado di indicare qualcosa di cui possiamo essere consapevoli solo mediante particolari segni.
La credenza vuole che quando sentiamo un leggero fischio nell’orecchio sinistro, vuol dire che qualcuno sta parlando bene di noi. Al contrario, quando il fischio si avverte nell’orecchio destro, significa che stanno parlando male di noi. Ma c’è di più. Si crede infatti che si possa indovinare anche la persona che sta facendo menzione di noi. In questo caso si chiede a chi è accanto di dire qual è il primo numero che gli viene in mente.
A mio avviso il fischio che percepiamo, il ronzio ed altri sintomi sono una conseguenza di un cambio di “frequenza” che la terra con il suo campo elettromagnetico continua a mutare periodicamente. Di seguito troverete spiegazioni scientifiche e non sull’effetto che le vibrazioni ed il suono possano avere sull’uomo, così da poter trarre le vostre conclusioni sul perchè sempre piu persone “accusano” questi fischi nelle orecchie.
L’acufene secondo la medicina
L’acufene viene comunemente definito un “ronzio negli orecchi”. L’acufene varia per caratteristiche percettive, gravità e impatto sulla vita quotidiana.L’acufene può assumere molte forme differenti, per esempio ronzii o cinguettii e perfino schiocchi. Può presentarsi alcune volte al mese oppure molte volte in una singola giornata; può durare qualche istante oppure delle ore; può perfino essere costante, senza sollievo nemmeno durante il sonno. Per certe persone l’acufene ha una conformazione pulsante o ripetitiva.
Si dice comunemente che l’acufene possiede alcune caratteristiche ben precise. In primo luogo, l’acufene è una percezione di suoni e pertanto deve risultare udibile al paziente. In secondo luogo, è involontario, nel senso che non viene prodotto intenzionalmente. Infine, si origina nella testa.
L’influenza del suono e delle vibrazioni sul nostro corpo
Nel mondo esterno non ci sono suoni, ma solo vibrazioni, che il cervello percepisce come sensazioni sonore coerenti con lo sviluppo fisiologico dell’una o l’altra area cerebrale
Che cosa succede nel cervello quando ascoltiamo un suono?
Da quando la Risonanza Magnetica funzionale (RMf) ci ha permesso di osservare il cervello come sistema interattivo di apprendimento, abbiamo iniziato a comprendere che il cervello è un attivo analizzatore di frequenze udibili e ciò significa che non solo riceve vibrazioni dal mondo esterno, ma che produce attivamente dei suoni per cercare di distinguere similitudini e differenze rispetto a quanto è stato già memorizzato dal proprio sistema di apprendimento mnemonico.
Una alterazione a tale produzione attiva di suoni induce la membrana auricolare a vibrare in modo anomalo così che sentiamo un tedioso fischio nell’ orecchio detto ACUFENE.
Pertanto il suono che ascoltiamo è ciò che viene generato interattivamente dalla attività selettiva e risonante tra cervello e vibrazioni esterne. Tale interazione avviene nel quadro delle sincronizzazioni possibili con le frequenze udibili tra 20 e 20.00 Hz( Cicli/sec). Quindi il cervello va cercando attivamente le vibrazioni e le trasforma in sensazioni sonore tramite un processo di riconoscimento mnemonico.
Nel mondo esterno infatti non ci sono suoni ma solo vibrazioni che il cervello significa come sensazioni sonore. Infatti possiamo notare che come il bambino va cercando le sonorità della voce della mamma, l’uomo più in generale cerca di significare, tra tutte le sonorità dell’ ambiente, quelle della voce umana, così che ad es. preferisce alla musica strumentale il canto di un cantante.
Come conseguenza della ricerca attiva di sonorità fisiologicamente piacevoli, pertanto, ci sono alcuni elementi musicali che incrementano le abilità cognitive ed altri che tendono ad inibirle. Infatti il suono viene significato sia dall’ emisfero sinistro che da quello destro e rispettivamente i due emisferi cerebrali preferiscono naturalmente quelle sinergie che hanno sonorità ritmiche ed armoniche coerenti con il proprio sviluppo fisiologico. Alcuni ricercatori nel 1993 hanno messo in evidenza il così detto “effetto Mozart”, capace con l’ascolto delle Musiche del Compositore Austriaco di influenzare l’organismo modificando lo stato emotivo, fisico e mentale in modo da rafforzare i processi creativi dell’emisfero destro. Certamente saper ascoltare buona musica influisce sul modo in cui percepiamo lo spazio-tempo e ciò conduce ragionevolmente a favorire le capacità di apprendimento.
Le alte sonorità martellanti delle moderne discoteche, al limite dell’udibilità e prive di sinergie tra ritmi ed armonie, tendono inesorabilmente a favorire lo sballo della mente dei giovani che purtroppo inconsciamente ne subiscono la innaturale pressione.
La cimatica
Cimatica (La scienza delle onde) – Il nome Cimatica deriva dal greco “chima”, cioè onda.
“In principio era il Verbo” dice il vangelo di Giovanni nella Bibbia ed in sanscrito e’ scritto nel “Nada Brahama” , “Il mondo è suono” . Straordinaria l’assonanza fra la parola latina “verbum” (verbo) e la vibrazione….
La Cimatica è una scienza vecchia come il mondo, se ne parla gia’ nei testi Veda.
L’UniVerso e’ UN TUTT’UNO energetico manifestato da Vibrazioni.
Tutta la creazione è una sinfonia di suoni, di vibrazioni, in cui le singole parti si inseriscono attratte dalla risonanza con i suoni simili.
Quindi la Cimatica e’ una scienza che studia le forme prodotte dalle onde ossia dalle frequenze che possono essere vibratorie, sonore, elettromagnetiche, ecc. Un inciso quindi il parlare con tono adatto, puo’ determinare vibrazioni recepibili anche dal DNA con possibilita’ di riprogrammazione dello stesso.
Nel 1787 il giurista, musicista e fisico tedesco Ernst Chladni pubblicò “Entdeckungen ùber die Theorie des Klanges” (Scoperte sulla teoria dei suoni). In questa ed altre opere all’avanguardia Chladni, nato nel 1756 {lo stesso anno di Mozart) e morto nel 1829, pose le fondamenta di quella disciplina della fisica che avrebbe poi assunto la denominazione di acustica, la scienza del suono.
Uno dei successi di Chladni fu quello di escogitare un metodo per rendere visibile quello che le onde sonore generano. Con l’ausilio di un archetto di violino che sfregava perpendicolarmente lungo il bordo di lastre lisce ricoperte di sabbia fine, egli realizzò gli schemi e le forme che oggi vanno sotto il nome di “figure di Chladni”.
Qual era il significato di questa scoperta ? Chladni dimostrò una volta per tutte che il suono di fatto influisce sulla materia fisica e che ha la prerogativa di creare schemi geometrici.
In questo modo Chladni dimostra che il suono, le vibrazioni, influisce veramente sulla materia e inizia a studiare a fondo l’argomento fondando una nuova scienza: la Cimatica.
Tuttavia fu solo nel ventesimo secolo che la Cimatica riprese grazie ad uno scienziato svizzero: Hans Jenny. Utilizzando le sofisticate apparecchiature moderne Jenny misurò, fotografò, sperimentò gli effetti delle vibrazioni sonore di ogni tipo sui più diversi materiali e scoprì che le forme create dal suono erano prevedibili.
Per esempio, determinati suoni corrispondono sempre alle stesse figure, inoltre, scoprì che acclamando i suoni di antichi linguaggi come il sanscrito o l’ebraico, le figure che si producevano, disegnavano il simbolo alfabetico che si pronunziava.
Cosa scoprì Hans Jenny nelle sue ricerche ? In primo luogo, nei suoi esperimenti Jenny realizzò tanto le figure di Chladni quanto quelle di Lissajous. Scoprì inoltre che se faceva vibrare una lastra secondo frequenza e ampiezza specifiche— vibrazione — sul materiale della lastra comparivano le forme e gli schemi di movimento caratteristici di quella vibrazione. Se modificava la frequenza o l’ampiezza, variavano anche lo sviluppo e lo schema.
Scopri che se aumentava la frequenza, altrettanto accadeva alla complessità degli schemi; il numero degli elementi diventava maggiore. Se, d’altro canto, aumentava l’ampiezza, i movimenti diventavano ancor più rapidi e tumultuosi e potevano persino creare piccole eruzioni dove il materiale effettivo veniva scagliato in aria.
Le forme, le figure e gli schemi di movimento che comparivano si dimostrarono essere principalmente una funzione della frequenza, dell’ampiezza e delle caratteristiche inerenti ai vari materiali.
Un’altra scoperta interessante rilevava che i disegni, che altrimenti si formavano, ricordavano le strutture cellulari degli organi viventi.
Jenny si convinse che la vita è il risultato delle vibrazioni specifiche di ogni cellula – in altre parole, ogni cellula ha il suo suono, la sua nota.
Nel capitolo conclusivo di Cymatics, Jenny riunisce questi fenomeni in un’unità suddivisa in tre parti.
Il potere generativo fondamentale risiede nella vibrazione che, con la sua periodicità, sostiene i fenomeni e i loro due poli. Ad un polo abbiamo la forma, lo schema figurativo; in corrispondenza dell’altro polo troviamo il movimento, il processo dinamico. Secondo Jenny questi tre campi — vibrazione e periodicità come campo di fondo, e forma e movimento come i due poli — costituiscono un indivisibile insieme, anche se talvolta uno di essi può avere il predominio.
Nel corso delle sue ricerche con il Fonoscopio, Jenny notò che quando venivano pronunciate le vocali delle antiche lingue fenicio-ebraica e sanscrita, la sabbia assumeva la forma dei simboli grafici delle vocali stesse mentre, d’altro canto, le nostre lingue moderne non producevano un analogo risultato !
Come è possibile ? Gli antichi Ebrei e gli Indiani ne erano a conoscenza ?
Vi è qualche connessione con la nozione di “lingua sacra”, denominazione talvolta conferita ad entrambe le suddette lingue ?
Che tipo di qualità possiedono tali “lingue sacre” fra cui spesso si annoverano quella tibetana, egizia e cinese ?
Hanno forse la facoltà di influenzare e trasformare la realtà fisica, di creare cose tramite il loro insito potere ?
Con lo studio della Cimatica si ha la prova che la vibrazione, il suono, influenza la materia.
Essa dimostra in modo sensazionale il rapporto tra forma e frequenza, rapporto che è alla base di tutto ciò che esiste. Il suono genera le forme e le recenti esperienze sul movimento ondulatorio confermano un nesso tra onde, sostanza e forma, riguardante anche tutti gli organismi.
Tutti gli studi e gli esperimenti condotti con l’utilizzo di frequenze d’onda confermano studi ed esperienze che risalgono ad antiche civiltà secondo le quali ogni suono, quindi ogni onda vibratoria è in collegamento con una forma nello spazio, da essa generata e tenuta in vita e in movimento. Dalla stessa consapevolezza nasce quella famosa asserzione di Pitagora per cui la geometria è musica solidificata.
Studiosi ci hanno mostrato forme molteplici, alcune geometriche, da noi conosciute come simboli, croci, stelle, ecc., sono prodotte da vari tipi di vibrazione.
Quindi se ogni suono, onda, movimento, pensiero, sentimento creano forme, anche noi di conseguenza stiamo continuamente creando forme, perché abbiamo la stessa natura vibratoria.
Il Dr. Hans Jenny, padre della Cimatica o Scienza delle Onde, ci ha offerto questa possibilità ed ha reso visibile il sottile potere attraverso il quale il suono struttura la materia, dimostrando la supremazia della vibrazione ed i suoi effetti in natura.
Nei suoi esperimenti egli poneva sabbia, polvere e fluidi su un piatto metallico collegato ad un oscillatore che produceva un ampio spettro di frequenze. Mentre osservava la sabbia o le altre sostanze organizzarsi in diverse strutture, egli udiva il suono emesso dall’oscillatore e, se toccava leggermente il piatto, poteva sentire la vibrazione nelle sue dita.
Proviamo ora ad immaginare che, per qualche ragione, voi possiate “soltanto” vedere l’aspetto statico della forma e, perciò, pensate che sia solida.
L’idea di una forma generata da un campo vibrazionale e che risuona potrebbe sembrare irrazionale. Ogni figura è invece la forma visibile di una forza invisibile ed ogni forma contiene le informazioni sulle vibrazioni che l’hanno generata.
Immaginate che qualcuno mescoli la sabbia sul piatto e cancelli la forma. Nel giro di pochi secondi, la stessa forma ricompare.
Come e’ possibile spiegarlo ?
Solo ammettendo che il suono ha delle proprieta’ particolari di modulare e modellare l’Energia, cioe’ la materia !
La musica delle proteine
«Tutto è vibrazione»: partendo da questa affermazione, Joel Sternheimer e i suoi collaboratori sono arrivati ai principi e alle applicazioni della musica delle proteine: le proteodie.
La base di questi studi sono le «frequenze in serie» o «risonanze su più livelli». In parole semplici, ad ogni proteina corrisponde una melodia specifica costruita a partire dalle onde emesse dagli amminoacidi che la compongono. Gli amminoacidi, componenti essenziali delle proteine, si assemblano seguendo le indicazioni di un codice presente nel DNA, che viene copiato nell’RNA Transfer, o RNA messaggero. È proprio nel momento nel quale i vari amminoacidi si attaccano fra di loro che questi emettono una frequenza ben specifica, e la frequenza delle onde emesse è proporzionale alla massa della molecola dell’amminoacido.
Sono innumerevoli le reazioni tra amminoacidi che si svolgono allo stesso tempo in una cellula, e sono milioni le cellule che compongono una pianta o un essere umano. Quindi non si può parlare di un singola melodia prodotta da un amminoacido, ma di un’infinità di vibrazioni che entrano in risonanza, amplificando la frequenza a diversi stadi dell’organizzazione di un organismo vivente. Si tratta di frequenze in serie perché queste onde sono capaci di una comunicazione con tutti i livelli dell’organismo: i diversi livelli di organizzazione della materia. Questa è la scoperta.
Un Biologo molecolare russo Pjort Garajev ed un Biofisico, assieme ad altri colleghi hanno esplorato e compreso anche il comportamento vibrazionale-frequenziale del DNA.
Quegli scienziati Russi hanno anche scoperto che il DNA in Vivo produce delle onde di disturbo nel “vuoto”, generando i “wormholes” o buchi di verme (microscopici campi magnetizzati che si trovano sui bordi dei campi dei Buchi Neri) ovvero in ponti di Einstein-Rosen (tunnel spazio-temporali) che di fatto sono aree di connessione fra varie aree totalmente differenti dell’UniVerso, attraverso i quali una qualsiasi informazione puo’ essere trasmessa e/o ricevuta istantaneamente, al di la’ dello spazio-tempo.
(Fonte: supereva – scienzaeconoscenza – mednat.org – Nexus evoluzioni.info
Rivisto da: http://ragazzaindaco.blogspot.it/)
Quando il caos si fermerà ci renderemo conto di quanto poco abbiamo bisogno, di quanto in realtà abbiamo e del vero valore della connessione umana.